Addio al fumante piatto di pasta, al pane croccante, alla bistecca succulenta. Queste esperienze del palato e dello spirito potrebbero diventare eventi eccezionali di un’alimentazione a base di integratori. Sono anni che la chimica gira intorno a questo argomento e ora forse qualcuno, in America, ha raggiunto l’obbiettivo.
Il giovane ricercatore americano Rob Rhinehart ha realizzato e messo sul mercato una bibita capace di sostituire in toto l’alimentazione quotidiana di ognuno di noi. Non è il primo a provarci, e il principio è sempre lo stesso: carboidrati al posto del pane, proteine invece della carne, vitamine per sostituire la frutta. Ma Rhinehart non è un chimico bensì un ingegnere informatico e molto del successo della sua proposta dipende appunto dai canali di diffusione che ha usato per farla arrivare al grande pubblico.
Il Soylent, questo il nome del prodotto, sta avendo un grande successo, perché è più veloce da preparare di un pasto normale e perché costa meno ma soprattutto perché, per diffonderlo, il suo ideatore usa due strumenti molto potenti il crowfounding e l’open source. Per darvi un’idea del fenomeno la comunità che segue in rete il progetto lo ha finanziato con tre milioni e mezzo di dollari.
Certo il tradizionale modo di avvicinarsi al cibo non verrà spazzato via da queste bibite fantascientifiche, ma il fatto che così tante persone siano disponibili a rinunciare al piacere di vedere, toccare, annusare un piatto accontentadosi di averne solo i principi nutritivi deve far pensare. E’ accaduto un po’ la stessa cosa con l’arte. Chi si fa fare più un ritratto da quando è stata inventata la macchina fotografica?
Alcuni studiosi però sostengono che questo mito dell’alimentazione liquida e omogeneizzata ci porterebbe non solo alla perdita del gusto, quindi di uno dei fondamentali cinque sensi, ma perfino a quella dei denti, così come accade agli astronauti che in assenza di gravità vanno perdendo gradualmente la consistenza delle ossa che si trovano ad essere inutili in quello stato. Il nostro corpo tiene in vita solo quello che considera strettamente necessario, dopotutto.
Lo stesso inventore del Soylent sostiene che anche lui consuma almeno un dieci per cento di pasti “all’antica” ed è questo che fa più paura. Presto gustare un piatto di pasta al pomodoro potrà essere un evento eccezionale, paragonabile a una serata in un gran ristorante?