E’ in Spagna, a Girona, è gestito da tre fratelli, è stato aperto nel 1986, ha solo dodici tavoli ed è considerato il miglior ristorante del mondo. Conosciamo meglio il tristellato Celler Can Rocha.
Tre fratelli, uno fa lo Chef, l’altro il Sommelier, il terzo il pastry- chef, sono loro a gestire questo gioiello incastonato nella Costa Brava, insignito del titolo di miglior ristorante del mondo del 2013 dalla lista The word’s 50 best restaurant. Questa lista, a differenza di molte altre, non premia solo la qualità dei piatti ma anche e soprattutto l’innovazione e la ricerca, ed è appunto in questi campi che il Celler Can Rocha ha dimostrato di eccellere.
Nel menù le sorprese non mancano, piatti ispirati alla Finlandia, al Marocco, Brioche al tartufo servite in piatti forati, e addirittura olive caramellate portate in tavola appese a un bonsai.
L’arredamento poi non è da meno, basti pensare che al centro della sala c’è un boschetto di alberi protetti da quattro pareti vetro che infondono a tutto l’ambiente un effetto straniante e leggermente zen.
Ma la cosa più stupefacente, che pochi sanno, è il fatto che i tre fratelli, autori di cotanta maestria culinaria mangiano ogni giorno i piatti cucinati dalla loro madre Monserrat Fontanè, proprio come quando erano ragazzi e tutto questo successo e questa sapienza erano di là da venire. Ma non facciamoci ingannare i loro pranzi familiari avvengono nel ristorante confinante il Can Rocha, poiché Joan, Jordi i e Josep il sono figli e nipoti di cuochi, e il segreto del loro talento mette radici lontano nel tempo.
Stare in cucina mi è sempre piac
iuto. Così molto spesso, uscito da scuola, andavo ad aiutare nella cucina di Can Roca. A quei tempi non ci si fermava mai e il pomeriggio, dopo aver servito il pranzo, c’era ancora molto da fare, perché ogni giorno si preparavano certe ricette per tutta la settimana e certe altre per il menù del giorno seguente. Dice Joan nel suo libro “La cucina di mia madre” facendoci sospettare che anche ai fornelli, come in molti altri campi, essere figli d’arte faccia la differenza.
C’è chi dice che Joan lo chef sia la “mente salata” del trio, Josep il Sommelier la “mente dolce” e Jordi il Sommelier quella “liquida”, che sia questa l’alchimia vincente?
