Una cucina a misura di bambino: ecco come

Tra fuochi e coltelli a vista scottature e tagli sono dietro l’angolo. Ma per rendere l’ambiente adatto ai piccoli chef bastano pochi, semplici accorgimenti. Un’associazione milanese pubblica un interessante vademecum.

Se è vero che imparare a cucinare sin da bambini è garanzia di salute e alimentazione equilibrata, tanto che il governo inglese ha deciso di rendere le “cookery lessons” obbligatorie a scuola, è altrettanto incontestabile che, quando si è davanti ai fornelli, le occasioni per farsi male sono dietro l’angolo. Le probabilità di tagli e scottature, già alte per un adulto non troppo esperto, aumentano esponenzialmente se si ha una manualità incerta, e se non si è abbastanza alti da arrivare agilmente al piano di lavoro. Come fare, dunque, per risolvere il problema, e regalare anche ai più piccoli un’esperienza culinaria indimenticabile, magari al fianco di mamma e papà?

A lanciare la sfida è un’associazione milanese, “Bambini in cucina”, sul suo blog omonimo. Dove tra consigli, aneddoti e notizie a tema, è possibile trovare un vero e proprio vademecum, intitolato “La sicurezza in cucina”, tratto dal libro di Federica Buglioni “In cucina con mamma e papà” (edizioni San Paolo) e scaricabile gratuitamente in pdf. Si tratta di poche regole essenziali. Alcune delle quali, forse, apparentemente scontate. Eppure, se prese alla lettera, permetteranno di trasformare qualsiasi cucina in un ambiente a misura di piccolo chef.

Si parte da una serie di divieti fondamentali, da adottare ogni volta che il bambino entra nella stanza: non portare giocattoli, non arrampicarsi su sedie e tavoli, assicurarsi che ci sia sempre un adulto presente. Per poi passare a tutti quegli accorgimenti in grado di rendere lo spazio più sicuro. Per quanto riguarda i fornelli, in particolare, si raccomanda che pentole e padelle vengano utilizzate preferibilmente sui fuochi “interni”, quelli, cioè, più vicini alle pareti, e che non abbiano il manico che sporge verso l’esterno del piano cottura.

E’ anche necessario assicurarsi che gli impianti siano a norma e perfettamente integri, che il fuoco venga spento una volta che si finisce di cucinare (esistono a questo proposito, nelle cucine più moderne, delle valvole di sicurezza che interrompono l’erogazione del gas una volta che la fiamma si spegne perché, per esempio, vi è caduta dell’acqua) e tenere lontani dal fuoco piatti, posate, imballaggi di carta o plastica e, in generale, tutto ciò che può surriscaldarsi.

Altri pericoli in agguato sono quelli rappresentati dall’acqua corrente troppo calda (tra i consigli quello di regolare la temperatura dello scaldabagno in modo che non superi i 50 gradi centigradi) e dall’elettricità: guai a ciabatte e fili volanti; ricordarsi, una volta utilizzati i piccoli elettrodomestici, di staccare la spina dalla presa e preferire, se possibile, lavastoviglie che si aprono soltanto da spente. Vale inoltre, naturalmente, il divieto di usare gli elettrodomestici a piedi nudi o con le mani o i piedi bagnati.

Attenzione anche ai prodotti chimici: è necessario rendere inaccessibili ai più piccoli gli scaffali in cui sono custoditi candeggina, ammoniaca, acido muriatico, detersivi, alcolici, smacchiatori, medicinali e altre sostanze simili, che devono essere riposte preferibilmente nei ripiani più in alto, mai insieme agli alimenti.  Per evitare intossicazioni o avvelenamenti dovuti a cibi scaduti, corrotti, mal conservati o male imballati è importante, innanzitutto, insegnare ai bambini a leggere le etichette, magari facendosi accompagnare quando si va a fare la spesa, e a conservare il cibo in spazi puliti e asciutti, in contenitori ermetici o, quando non è possibile, chiusi con clip o elastici. Quanto alla temperatura del frigo, è buona regola che oscilli tra i 2 e i 4/5 gradi centigradi, mentre quella del congelatore non deve scendere sotto i 18.

E ancora: lavarsi le mani prima di mettersi a cucinare, tenere il cibo lontano dai rifiuti, lavorare sempre su piani puliti, tenere gli alimenti crudi separati da quelli cotti e non usare, quando si assaggia, gli stessi utensili (cucchiai e forchette) che si stanno utilizzando per preparare il cibo.

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