Più che un’abitudine, fotografare quello che mangiamo è diventata un’autentica mania. Che, dietro ai fornelli, può suscitare reazioni contrastanti. Come dimostrano due storie recenti, entrambe ambientate a New York.
C’è chi arrivato a coniare l’espressione “food pornography”. Di sicuro, c’è che quella di fotografare ciò che mangiamo è diventata quasi una malattia. Su Instagram, Facebook, Pinterest scorrono senza sosta immagini di pizze a lievitazione naturale, sformati più o meno riusciti, filetti in crosta e bavaresi dai colori invitanti. L’altro lato della medaglia, sono lo smartphone o il tablet sfoderati alla velocità di moderni pistoleri ogni volta che ci sediamo a tavola, pronti a immortalare qualunque cosa arrivi dalla cucina e a condividerlo col resto del mondo. Non c’è regola di bon ton che tenga: ogni primo assaggio, nel 2013, è un fatto rigorosamente social.
Un’abitudine più o meno gradita dietro ai fornelli, che può scatenare reazioni divergenti. Come testimoniano queste due storie, entrambe ambientate a New York. La prima è quella dello chef Dave Bouley il quale, per primo, ha deciso di vietare espressamente, nel suo ristorante, le foto col telefonino. Che rappresentano, sì, un veicolo di promozione, ma sono al tempo stesso un fattore di disturbo rispetto a quell’atmosfera ordinata, silenziosa e glam che, si suppone, debba pervadere ogni ristorante stellato che si rispetti. Una volta lanciato il sasso nello stagno, l’esempio di Bouley è stato seguito da molti, nella Grande Mela e non solo, come riporta il New York Times.
Sempre a New York, c’è chi ha deciso di adottare una condotta completamente diversa, approfittando della “food pornography” come nessuno aveva fatto finora. Si tratta del ristorante di cucina latino americana Comodo, a Soho che, per primo, ha dato vita a un “Instagram Menu”. Dove scegliere le pietanze non più in base alle pompose e spesso complicatissime descrizioni “testuali”, ma attraverso delle ben più immediate immagini. Lo scopo, a detta del proprietario Felipe Donnelly, è quello di trasformare un’abitudine ormai consolidata, quella di fotografare le varie portate, in qualcosa di utile. Realizzare l’idea è stata l’operazione più semplice del mondo: è infatti bastato aggiungere l’hasthag #ComodoMenu in fondo all’elenco delle portate. E voi, come la pensate?